Superato l’ostacolo degli scienziati verso i danni provocati dalla bicicletta all’organismo femminile, le donne iniziarono a esibirsi su dei rudimentali anelli in terra e legno e sui circuiti. Le piste erano diffusissime ed erano allestite quasi ovunque ci fosse una piazza o uno spazio dove poter girare intorno. La curiosità, a volte morbosa, degli spettatori faceva sì che quei percorsi circolari fossero l’essenza del ciclismo. Poi a un certo punto a qualcuno venne l’intuizione che era possibile collegare con le due ruote città anche lontane.
Agli esordi del Novecento le gare femminili non erano ancora ben viste dal pubblico, ancora prima che Alfonsina Strada con la sua caparbietà e la sua ribellione aprisse la strada alle donne cicliste italiane. Quando ancora le ragazze per bene stavano in casa, lei si ribellò a quello stereotipo e scelse la bicicletta come strumento di libertà.
Si incominciò in quel modo a parlare di ciclismo su strada e di corse in linea anche femminili.
Lentamente e con caparbietà la donna prese possesso delle due ruote. Torino e la sua provincia hanno contribuito al raggiungimento di quelle faticose tappe, dando i natali o ospitando grandi cicliste e organizzando le prime gare su due ruote aperte alle donne.
La bicicletta è stata da sempre un insostituibile mezzo di emancipazione e ha avuto un ruolo basilare nelle azioni eroiche delle staffette partigiane durante il secondo conflitto mondiale. È stato lo strumento per raggiungere l’indipendenza per le giovani coraggiose valligiane dell’Alto Canavese. Da sempre è un modo per sognare e per diventare più libere.
Il libro ha un prezzo di listino di € 20,00 e viene presentato in anteprima l’8 marzo 2025 nel foyer del teatro Giacosa, in occasione dello spettacolo Alfonsina Alfonsina di Laura Curino.
Due “eroi”, che hanno fatto la storia del ciclismo in Canavese: l’imprenditore Fernando Perona, conosciuto come “Nando” e Carlo Bergoglio, per tutti “Carlin”, giornalista, scrittore e artista.
Spinto dalla sua appartenenza eporediese a una famiglia “olivettiana”, l’Autore ha cercato, da appassionato delle due ruote, quei legami che uniscono Olivetti al ciclismo.
Come non pensare che un ragazzo nato in questa Valle, che pratichi e ami il ciclismo, ancor più se dotato delle caratteristiche fisiche del corridore, non sia un predestinato?
Il Campionissimo, visto da un’angolatura del tutto inedita. Quando lo sport era passione, fatica, sacrificio, dolore fisico, sforzo contro forze avverse.
La Provincia di Torino è stata la terra di origine di grandi campioni che magari hanno avuto un successo minore, ma che hanno saputo scrivere pagine importanti nella storia del ciclismo.
Dalla produzione e vendita di biciclette alle feste e manifestazioni ciclistiche della provincia di Torino, dalle grandi squadre alle gare, al Giro d’Italia e al Tour de France.