Nel cercare di ripercorrere le tappe della storia della bicicletta e della sua evoluzione negli anni, l’Autore ha potuto trovare le vecchie ditte produttrici e rivenditrici dei primi “bicicletti” che avevano sede a Torino e provincia. Gli antichi mezzi su due ruote, dal peso spropositato rispetto alle moderne biciclette, hanno scritto la storia dell’industria torinese, grazie alle intuizioni di eclettici artigiani torinesi. Dalla produzione e vendita di biciclette si passa alle feste e manifestazioni ciclistiche di questa parte di Piemonte per arrivare alle gare, al Giro d’Italia e al Tour de France, alle grandi squadre che sono nate e cresciute e ai velodromi. Sulle strade della provincia di Torino, in un tempo ormai lontano, non passavano solo i ciclisti impegnati nelle grandi corse, il Giro del Piemonte e la Milano-Torino, ma anche atleti, magari sconosciuti, che onoravano le molte corse minori. Le cronache di quelli che, per il ciclismo piemontese, andrebbero definiti “bei tempi”, riportano i risultati, le storie e gli aneddoti, di un gran numero di competizioni, che impegnavano i giovani emergenti. Lungo le pagine si susseguono ritratti di persone che hanno vissuto di ciclismo e lo hanno fatto a tutto tondo: alcuni sui pedali, altri nelle officine e poi ci sono quelli che lo hanno vissuto con la penna in mano o con la Lettera 22 sulle ginocchia.
Nell’Appendice, a cura di Danilo Glaudo, vengono riportate le squadre, gli ordini di arrivo e le classifiche delle quattro volte che il Giro d’Italia ha fatto tappa in Canavese.
Il volume ha un prezzo di copertina di € 20.
Alfonsina Strada, con la sua caparbietà e la sua ribellione, ha aperto la strada alle donne cicliste italiane, dimostrando che le donne possono fare tutto quello che fanno gli uomini.
Due “eroi”, che hanno fatto la storia del ciclismo in Canavese: l’imprenditore Fernando Perona, conosciuto come “Nando” e Carlo Bergoglio, per tutti “Carlin”, giornalista, scrittore e artista.
Spinto dalla sua appartenenza eporediese a una famiglia “olivettiana”, l’Autore ha cercato, da appassionato delle due ruote, quei legami che uniscono Olivetti al ciclismo.
Come non pensare che un ragazzo nato in questa Valle, che pratichi e ami il ciclismo, ancor più se dotato delle caratteristiche fisiche del corridore, non sia un predestinato?
Il Campionissimo, visto da un’angolatura del tutto inedita. Quando lo sport era passione, fatica, sacrificio, dolore fisico, sforzo contro forze avverse.
La Provincia di Torino è stata la terra di origine di grandi campioni che magari hanno avuto un successo minore, ma che hanno saputo scrivere pagine importanti nella storia del ciclismo.